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Barchessa Borin si trova a Gainiga- Ceggia, a metà strada tra San Dona’ e Portogruaro.
La sua posizione lo rende il posto ideale per feste informali e la dimensione contenuta dell’immobile Vi permette di restare soli con i Vostri cari e amici senza altre feste in contemporanea.
Se state organizzando un evento e volete passare una splendida giornata, Barchessa Borin può fare al caso Vostro: Vi possiamo offrire il piacere di stare in compagnia dei Vostri ospiti in un ambiente a Vostra completa disposizione, lontano dalla confusione, senza vincoli di orario e di spazio.
La barchessa sorge in un posto che originariamente era destinato solo all’agricoltura. E’ rimasta l’unica traccia di un complesso più grande, comprendente anche altri edifici tra cui la casa padronale, demolita negli anni ’60.
La costruzione risale al ‘600 ed è un tipico edificio di supporto all’attività dei campi: spartano, funzionale, con pochi abbellimenti. La configurazione architettonica, che assume nel 1900, lo qualifica chiaramente come essiccatoio: le finestre al piano superiore, in successione asimmetrica nelle due facciate, servivano infatti a far circolare l’aria per l’asciugatura delle foglie di tabacco.
Tra i vari utilizzi cui la Barchessa fu destinata, c’è stato anche l’allevamento dei bachi da seta: al primo piano, sopra letti di foglie di gelso, i bachi mangiavano e dormivano, dormivano e mangiavano indisturbati finché, stanchi di tutto questo lavoro, iniziavano a filare per rinchiudersi dentro un grande bozzolo bianco.
Da ultimo la Barchessa diventò un deposito, dove si accumulavano cose vecchie e inutili. L’edificio era in rovina: una parte del piano terra era inagibile, il tetto era sfondato e l’acqua che pioveva dentro comprometteva sempre di più il già pericolante solaio.
Quando cominciammo i lavori di restauro non eravamo certi che la barchessa sarebbe rimasta i piedi: l’edificio infatti non aveva fondamenta e le murature erano in grado di sostenere solo se’ stesse. Il tetto, sempre sul punto di crollare, rimaneva su forse appeso al cielo.
Per il recupero edilizio, abbiamo ingabbiato l’intera struttura in uno scheletro di cemento armato; i vecchi mattoni sono stati sanati e lasciati dove erano; le travi del solaio sono state collaudate una per una, spazzolate e ricollocate dove erano; le tavelle sono state pulite e riutilizzate; la cornice esterna, unico abbellimento di questo edificio lineare, recuperata fedelmente.
Perché tutta questa fatica? Perché crediamo di aver salvato, per chi visita e chi visiterà la Barchessa, un pezzo del nostro passato, una testimonianza di un vissuto semplice ma intenso, quello di molti dei nostri nonni.
Ci piace ricordare, quando entriamo nella barchessa, che le travi che tengono su il solaio sono le stesse alle quali per anni venivano appesi salami e attrezzi di lavoro.
E’ per questo che è inestimabile il legame affettivo che ci lega a questo edificio.